Rischio vulcanico – Campi Flegrei

Dettagli della notizia

Il vulcanismo in Italia deve la sua origine ad un ampio processo geologico che ha interessato tutta l’area mediterranea, legato alla convergenza tra la placca tettonica eurasiatica e quella africana. Sebbene meno frequenti e devastanti dei terremoti, le eruzioni vulcaniche rappresentano un forte rischio per le zone densamente popolate del territorio italiano.

Descrizione

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Sebbene meno frequenti e devastanti dei terremoti, le eruzioni vulcaniche rappresentano un forte rischio per le zone densamente popolate del territorio italiano.

Il rischio vulcanico si può definire come il prodotto della probabilità di occorrenza di un evento eruttivo per il danno che ne potrebbe conseguire.

Il rischio è traducibile nell'equazione R = P x V x E, dove:

P = Pericolosità (Hazard): è la probabilità che un fenomeno di determinata intensità si verifichi in un certo intervallo di tempo e in una data area;

V = Vulnerabilità: la vulnerabilità di un elemento - persone, edifici, infrastrutture, attività economiche - è la propensione a subire danneggiamenti in conseguenza delle sollecitazioni indotte da un evento di una certa intensità;

E = Esposizione o Valore esposto: è il numero di unità, o “valore”, di ognuno degli elementi a rischio, come vite umane o case, presenti in una data area.

In generale la Vulnerabilità delle persone e degli edifici risulta sempre elevata quando si tratta di fenomenologie vulcaniche. Il rischio è minimo solo quando lo sono anche la Pericolosità o il Valore esposto. E’ il caso di vulcani "estinti"; vulcani che presentano fenomenologie a pericolosità limitata; oppure di vulcani che si trovano in zone non abitate.

Quanto maggiore è la probabilità di eruzione, tanto maggiore è il rischio. A parità di Pericolosità invece il rischio aumenta con l’aumentare dell’urbanizzazione dell’area circostante il vulcano. Per fare un esempio, il rischio è più elevato per il Vesuvio, nei cui dintorni vivono circa 600 mila persone, piuttosto che per i vulcani dell'Alaska, che si trovano in zone a bassa densità di popolazione.

I Campi Flegrei sono una vasta area di origine vulcanica situata a nord-ovest della città di Napoli. Si tratta di una zona dalla struttura singolare: non un vulcano dalla forma di cono troncato ma una vasta depressione o caldera, ampia circa 12x15km.

La definizione della pericolosità ai Campi Flegrei incontra maggiori problemi rispetto ad altri vulcani. Per la definizione di uno scenario eruttivo è infatti necessario determinare il tipo di eruzione più probabile, con le relative possibili fenomenologie attese, nonché la probabilità di apertura di bocche eruttive in zone diverse, che ovviamente condiziona la potenziale distribuzione dei prodotti sul territorio. Nei Campi Flegrei infatti, a differenza di quanto avviene nei vulcani con apparato centrale, l’area di possibile apertura di bocche eruttive è molto ampia.

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Come comportarsi

In questa fase operativa si intensifica il monitoraggio del vulcano e si verificano i Piani di protezione civile.

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Già in fase di attenzione, quindi ben prima di una eventuale eruzione, l’attività del vulcano può dare luogo a fenomeni pericolosi.

Il bradisismo consiste in un lento abbassamento e sollevamento del suolo, durante il quale si possono verificare terremoti.

Il degassamento dal suolo consiste in un incremento di emissione di gas vulcanici dal terreno, soprattutto in alcune zone. Alcuni tra questi gas, in concentrazioni elevate, possono essere pericolosi, pertanto evita zone e strutture depresse dove possono accumularsi gas vulcanici (cantine, garage, piscine vuote, canali di raccolta delle acque, cisterne interrate, pozzi, etc.); se devi comunque accedervi, riduci il più possibile il tempo di permanenza e assicurati che ci sia qualcuno all’esterno in grado di prestare soccorso.

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Evita le aree vicine alle emissioni di gas vulcanici, soprattutto durante le ore notturne e in condizioni meteorologiche sfavorevoli (assenza di vento, nuvolosità, presenza di nebbia)

Se noti situazioni potenzialmente pericolose connesse all’emissione di gas vulcanici, come la presenza di animali morti senza motivi apparenti, allontanati immediatamente e informa subito il Comune.

Se vivi in zona rossa
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Chiedi al tuo Comune informazioni sul Piano di protezione civile per sapere quali sono le vie di allontanamento e le aree di attesa. Valuta se, quando le autorità daranno l’indicazione, ti allontanerai con la tua automobile o con il mezzo che sarà messo a disposizione dalla protezione civile.

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Inizia anche a pensare se ti trasferirai in un’altra casa di tua proprietà o da parenti o amici, fuori dalle zone rossa e gialla, ricevendo un contributo economico. In alternativa, potrai usufruire della sistemazione offerta dallo Stato, nella Regione o Provincia autonoma gemellata con il tuo Comune.

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Ricorda di segnalare al tuo Comune se tu o un tuo familiare avete particolari esigenze di assistenza per l’allontanamento e la sistemazione in un’abitazione alternativa.

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In questa fase operativa iniziano le operazioni più lunghe e complesse da svolgere nella zona rossa: il trasferimento delle persone presenti negli ospedali e negli istituti penitenziari, lo spostamento degli animali da allevamento e la messa in sicurezza dei beni culturali più importanti.

Se vivi in zona rossa
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Se ti vuoi allontanare già in questa fase, puoi farlo: riceverai un contributo economico dallo Stato. Nel caso, ricordati di informare il tuo Comune.

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Se decidi di restare, preparati ad allontanarti quando le autorità lo indicheranno:

  • Fai un elenco delle cose essenziali da portare con te (documenti, medicine, occhiali da vista, ecc.).
  • Informati sulle vie di allontanamento da seguire.
  • Se pensi di utilizzare il mezzo messo a disposizione dalla protezione civile, comunicalo al tuo Comune segnalando anche la presenza di eventuali animali domestici per organizzare il loro trasporto.
  • Se non lo hai ancora fatto, informa il tuo Comune se tu o un tuo familiare avete particolari esigenze di assistenza.
  • Se tu o un tuo familiare siete ricoverati in una struttura sanitaria, sarete evacuati in un’altra struttura idonea al di fuori della zona a rischio, che potrebbe trovarsi in una Regione diversa da quella gemellata con il tuo Comune.
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Ricorda che in questa fase, per motivi di sicurezza, l’accesso alla zona rossa sarà regolamentato.

Se vivi in zona gialla
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Assicurati di avere a disposizione mascherine protettive, occhiali antipolvere, cibo, acqua, medicine, torcia e attrezzi per rimuovere la cenere.

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Se tu o un tuo familiare avete patologie respiratorie o cardiovascolari, consultate il vostro medico per capire come proteggere al meglio la vostra salute in caso di evento.

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In questa fase operativa è previsto l’allontanamento della popolazione dalla zona rossa. Il tempo massimo stimato per questa attività è di tre giorni (72 ore). Le operazioni sono coordinate dalle autorità di protezione civile.

Se vivi in zona rossa
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Una volta diramato l’ordine di allontanamento, vai a casa e prepara la valigia. Ricorda di prendere le cose essenziali (documenti, medicine ecc.).

Non perdere tempo a mettere in salvo beni e oggetti che non porterai con te.

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Prima di uscire di casa chiudi porte, finestre, gas,acqua e disattiva l’impianto elettrico.

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Se decidi di uscire dall’area autonomamente, segui solo le vie di allontanamento previste nella pianificazione e secondo gli orari stabiliti. Assicurati che la tua auto abbia il rifornimento sufficiente.

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Se scegli il trasporto assistito, raggiungi l’area di attesa a te assegnata dal Piano di protezione civile comunale, secondo le tempistiche previste dal tuo Comune. Potrai portare con te il tuo animale domestico, secondo le modalità fornite dal tuo Comune.

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L’interdizione della zona rossa potrà durare molto tempo e l’accesso all’area sarà presidiato dalle forze dell’ordine.

Se vivi in zona gialla
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Preparati anche tu a un possibile allontanamento temporaneo.

COSA FARE DURANTE L'ERUZIONE

Tutte le persone della zona rossa hanno trovato autonomamente una sistemazione al di fuori delle zone a rischio o sono state trasferite nelle Regioni o Province Autonome gemellate.

Se vivi in zona gialla
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In caso di ricaduta abbondante di ceneri vulcaniche, su richiesta delle autorità di protezione civile, devi lasciare temporaneamente la tua abitazione. Ti sarà assegnata una sistemazione all’interno del tuo Comune o in un Comune della Regione Campania.

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Prima di bere l’acqua dal rubinetto assicurati che ordinanze o avvisi comunali non lo vietino; lava bene i cibi che sono venuti a contatto con le ceneri vulcaniche.

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Se la zona in cui vivi non è stata evacuata, durante la ricaduta di ceneri vulcaniche, rimani in casa con le finestre chiuse.

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Se devi uscire è consigliabile indossare una mascherina protettiva e occhiali antipolvere.

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È molto pericoloso guidare nei tratti di strada coperti di cenere. L’auto può danneggiarsi e intralciare i mezzi di soccorso.

Evita l’uso di motocicli.

Informazioni aggiuntive

Cosa devi sapere fin da subito

Se vivi, lavori o soggiorni nel territorio dei Campi Flegrei informati se la tua area rientra nella zona rossa o gialla.

Le eruzioni possono essere precedute da terremoti: tieni a mente le relative norme di comportamento che puoi leggere sul questo sito, nella pagina dedicata a Io non rischio - Terremoto.

I gas vulcanici emessi nella caldera, in certe concentrazioni, possono essere molto pericolosi per la salute umana e per gli animali. Alcuni di questi gas sono inodori, insapori e incolori e quindi non sono percepibili.

In caso di eruzione, l’unica misura di salvaguardia per la popolazione che vive in zona rossa è l’allontanamento prima dell’inizio dell’eruzione. Gli edifici infatti non offrirebbero un riparo sicuro.

Dallo scattare della fase operativa di allarme, le operazioni di allontanamento della popolazione hanno una durata di tre giorni (72 ore).

Non è detto che allo scattare della fase operativa di allarme segua effettivamente un’eruzione vulcanica. L’accesso all’area rimane comunque vietato fino a indicazioni diverse da parte delle autorità di protezione civile.

In caso di eruzione, la zona gialla è esposta, alla ricaduta di lapilli e ceneri vulcaniche. L’allontanamento della popolazione da quest’area sarà valutato a evento in corso, in base alla direzione dei venti e all’entità dell’eruzione. L’accumulo eccessivo di ceneri infatti potrebbe causare il crollo dei tetti.

Dopo l'allontanamento nella fase di "allarme", non sarà possibile sapere fin da subito se e quando si potrà tornare nelle proprie case dopo l’allontanamento nella fase di “allarme”. Tieniti aggiornato sulle indicazioni fornite dalle autorità di protezione civile.

In caso di colate di lava

Non avvicinarti a una colata di lava attiva anche quando defluisce regolarmente. Sono molto calde, sprigionano gas, possono dare luogo a rotolamenti di massi incandescenti e repentine esplosioni

Anche dopo la fine dell’eruzione non camminare sulla superficie di una colata lavica. Le colate mantengono per anni il loro calore.

In caso di caduta di "bombe vulcaniche"

Informati se la zona in cui ti trovi è soggetta a ricaduta di materiali grossolani. È un fenomeno altamente distruttivo per gli edifici che pertanto, in questi casi, non costituiscono un valido rifugio

Prendi visione del piano di emergenza del tuo comune e preparati ad una eventuale evacuazione. L’allontanamento preventivo dall’area interessata è l’unica forma di difesa possibile.

In caso di ceneri vulcaniche

La caduta di ceneri vulcaniche, anche per periodi prolungati, non costituisce un grave rischio per la salute. Tuttavia, la prolungata esposizione alle ceneri più sottili (meno di 10 micron) può provocare moderati disturbi all’apparato respiratorio. Inoltre, il contatto con gli occhi può causare congiuntiviti e abrasioni corneali. Pertanto, è opportuno prendere alcune precauzioni e assumere comportamenti idonei a ridurre l’esposizione, soprattutto per alcune categorie di soggetti: persone affette da malattie respiratorie croniche (asma, enfisema, ecc.); persone affette da disturbi cardiocircolatori; persone anziane e bambini.

Durante le fasi di caduta delle ceneri (o durante le giornate ventose se la cenere è già al suolo) è consigliabile rimanere in casa con le finestre chiuse o comunque uscire avendo cura di indossare una mascherina per la protezione dalle polveri e possibilmente occhiali antipolvere. Tali dispositivi di autoprotezione sono particolarmente indicati per le categorie a rischio sopra citate e per coloro che svolgono attività professionali all’aperto

In caso di contatto con gli occhi evitare di strofinarli, ma lavarli abbondantemente con acqua

Provvedere a rimuovere periodicamente le ceneri dai propri ambienti, avendo cura di bagnarne preventivamente la superficie, al fine di evitare il sollevamento e la risospensione delle parti più sottili. Durante queste operazioni indossare i suddetti dispositivi di autoprotezione

Provvedere a rimuovere periodicamente le ceneri accumulatesi sui tetti delle case, con l’ausilio di adeguati mezzi di sicurezza (ponteggi e imbracature), al fine di evitare un sovraccarico eccessivo sulle coperture e prevenire possibili crolli, nonché l’intasamento dei canali di gronda

Non disperdere le ceneri lungo le strade, ma raccoglierle in sacchetti da deporre nei punti di raccolta individuati dall’amministrazione comunale. Le ceneri infatti possono intasare le reti di smaltimento delle acque, le reti fognarie e costituire un pericolo per la circolazione stradale

Guidare con particolare prudenza nei tratti di strada coperti di cenere

Evitare l’uso di motocicli

La frutta e la verdura eventualmente ricoperte di cenere possono essere consumate dopo un accurato lavaggio

Gli animali da compagnia (cani, gatti, ecc.) dovrebbero essere tenuti in casa

La cenere vulcanica ingerita dagli animali al pascolo può provocare serie conseguenze sull’apparato digerente. Pertanto, in caso di abbondante caduta di ceneri, è consigliabile approvvigionare il bestiame con foraggio privo di ceneri

In caso di emissioni gassose

Evita di sostare o campeggiare in aree vulcaniche o inoltrarti in ambienti sotterranei. L’anidride carbonica è un gas inodore più pesante dell’aria e letale se in concentrazioni elevate

Non pensare di essere al sicuro se sosti lontano dalla zona del cratere. Possono esserci emissioni di gas anche in aree più lontane.

In caso di colate piroclastiche

Preparati a un'eventuale evacuazione. L’unica difesa da questo tipo di colate è l’allontanamento preventivo dall’area che potrebbe essere investita da questo fenomeno eruttivo.

In caso di colate di fango

Segui il piano di protezione civile che indica le aree di attesa e allontanati dalle zone a rischio. Le ceneri fini possono innescare pericolose colate di fango che si riversano lungo i corsi d’acqua.

Il fenomeno del bradisismo

La caldera dei Campi Flegrei è caratterizzata dal fenomeno del bradisismo, cioè un lento sollevamento e abbassamento del suolo. Le maggiori crisi bradisismiche più recenti si sono avute nei periodi 1969-1972 e 1982-1984 e hanno fatto registrare un sollevamento del suolo complessivo di oltre tre metri e centinaia di terremoti. Durante queste crisi i residenti del centro storico di Pozzuoli sono stati evacuati e ricollocati in quartieri alla periferia della città.

Dal 2006 è in corso una nuova fase di sollevamento del suolo che, in 16 anni, si è innalzato di circa un metro e ha fatto registrare moltissimi terremoti.

Dal 2012 il protrarsi delle variazioni di alcuni parametri geofisici e geochimici registrate dalle reti di monitoraggio dell’INGV Osservatorio Vesuviano (aumento della sismicità, cambiamenti nella composizione geochimica delle fumarole e dei gas dal suolo e naturalmente il sollevamento del suolo), hanno reso necessario innalzare l’allerta al livello giallo e attivare la fase operativa di attenzione.

Cosa può succedere in caso di eruzione?

L’attività vulcanica dei Campi Flegrei è stata caratterizzata principalmente da eruzioni esplosive. Anche uno scenario futuro prevede questo tipo di eruzione, con il possibile verificarsi dei seguenti fenomeni:

  • formazione di una colonna eruttiva composta da gas, brandelli di lava incandescenti e ceneri, alta fino a decine di chilometri;
  • caduta di materiale vulcanico, sia di grosse dimensioni, nell’area più vicina alla bocca eruttiva, sia di ceneri e lapilli che, spinti dal vento, possono depositarsi anche a diverse decine di chilometri di distanza;
  • generazione di flussi piroclastici, cioè valanghe di gas, cenere e frammenti vulcanici ad alta temperatura e velocità che possono scorrere per chilometri e superare anche i bordi della caldera;
  • esplosioni freatiche, cioè particolari esplosioni che si verificano in aree a intensa attività idrotermale, come ad esempio quella di Solfatara/Pisciarelli. Queste esplosioni possono verificarsi anche prima di un’eruzione;
  • colate di fango, formate da cenere vulcanica e acqua, che si possono generare sia durante l’eruzione, per le possibili piogge concomitanti, sia molto tempo dopo.
Come funziona l'allertamento?

Il sistema di allertamento prevede specifici “livelli di allerta” che descrivono lo stato di attività del vulcano sulla base dei parametri del monitoraggio e di eventuali fenomeni in corso. Il livello di allerta verde corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, mentre i livelli di allerta giallo, arancione e rosso rappresentano stadi crescenti di disequilibrio del vulcano verso una possibile eruzione. La durata di ogni livello di allerta può essere estremamente variabile.

I livelli di allerta sono dichiarati dal Dipartimento della Protezione Civile, in raccordo con la protezione civile regionale. Un’eventuale variazione di livello viene valutata sulla base delle indicazioni fornite dall’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e sul parere della Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi. Le conseguenti azioni che devono essere intraprese dal Servizio Nazionale della Protezione Civile sono definite nelle fasi operative (attenzione, preallarme e allarme) previste nelle pianificazioni di protezione civile. Le fasi di preallarme e allarme sono dichiarate dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

Informazioni aggiuntive

Cosa devi sapere fin da subito

Se vivi, lavori o soggiorni nel territorio dei Campi Flegrei informati se la tua area rientra nella zona rossa o gialla.

Le eruzioni possono essere precedute da terremoti: tieni a mente le relative norme di comportamento che puoi leggere sul questo sito, nella pagina dedicata a Io non rischio - Terremoto.

I gas vulcanici emessi nella caldera, in certe concentrazioni, possono essere molto pericolosi per la salute umana e per gli animali. Alcuni di questi gas sono inodori, insapori e incolori e quindi non sono percepibili.

In caso di eruzione, l’unica misura di salvaguardia per la popolazione che vive in zona rossa è l’allontanamento prima dell’inizio dell’eruzione. Gli edifici infatti non offrirebbero un riparo sicuro.

Dallo scattare della fase operativa di allarme, le operazioni di allontanamento della popolazione hanno una durata di tre giorni (72 ore).

Non è detto che allo scattare della fase operativa di allarme segua effettivamente un’eruzione vulcanica. L’accesso all’area rimane comunque vietato fino a indicazioni diverse da parte delle autorità di protezione civile.

In caso di eruzione, la zona gialla è esposta, alla ricaduta di lapilli e ceneri vulcaniche. L’allontanamento della popolazione da quest’area sarà valutato a evento in corso, in base alla direzione dei venti e all’entità dell’eruzione. L’accumulo eccessivo di ceneri infatti potrebbe causare il crollo dei tetti.

Dopo l'allontanamento nella fase di "allarme", non sarà possibile sapere fin da subito se e quando si potrà tornare nelle proprie case dopo l’allontanamento nella fase di “allarme”. Tieniti aggiornato sulle indicazioni fornite dalle autorità di protezione civile.

In caso di colate di lava

Non avvicinarti a una colata di lava attiva anche quando defluisce regolarmente. Sono molto calde, sprigionano gas, possono dare luogo a rotolamenti di massi incandescenti e repentine esplosioni

Anche dopo la fine dell’eruzione non camminare sulla superficie di una colata lavica. Le colate mantengono per anni il loro calore.

In caso di caduta di "bombe vulcaniche"

Informati se la zona in cui ti trovi è soggetta a ricaduta di materiali grossolani. È un fenomeno altamente distruttivo per gli edifici che pertanto, in questi casi, non costituiscono un valido rifugio

Prendi visione del piano di emergenza del tuo comune e preparati ad una eventuale evacuazione. L’allontanamento preventivo dall’area interessata è l’unica forma di difesa possibile.

In caso di ceneri vulcaniche

La caduta di ceneri vulcaniche, anche per periodi prolungati, non costituisce un grave rischio per la salute. Tuttavia, la prolungata esposizione alle ceneri più sottili (meno di 10 micron) può provocare moderati disturbi all’apparato respiratorio. Inoltre, il contatto con gli occhi può causare congiuntiviti e abrasioni corneali. Pertanto, è opportuno prendere alcune precauzioni e assumere comportamenti idonei a ridurre l’esposizione, soprattutto per alcune categorie di soggetti: persone affette da malattie respiratorie croniche (asma, enfisema, ecc.); persone affette da disturbi cardiocircolatori; persone anziane e bambini.

Durante le fasi di caduta delle ceneri (o durante le giornate ventose se la cenere è già al suolo) è consigliabile rimanere in casa con le finestre chiuse o comunque uscire avendo cura di indossare una mascherina per la protezione dalle polveri e possibilmente occhiali antipolvere. Tali dispositivi di autoprotezione sono particolarmente indicati per le categorie a rischio sopra citate e per coloro che svolgono attività professionali all’aperto

In caso di contatto con gli occhi evitare di strofinarli, ma lavarli abbondantemente con acqua

Provvedere a rimuovere periodicamente le ceneri dai propri ambienti, avendo cura di bagnarne preventivamente la superficie, al fine di evitare il sollevamento e la risospensione delle parti più sottili. Durante queste operazioni indossare i suddetti dispositivi di autoprotezione

Provvedere a rimuovere periodicamente le ceneri accumulatesi sui tetti delle case, con l’ausilio di adeguati mezzi di sicurezza (ponteggi e imbracature), al fine di evitare un sovraccarico eccessivo sulle coperture e prevenire possibili crolli, nonché l’intasamento dei canali di gronda

Non disperdere le ceneri lungo le strade, ma raccoglierle in sacchetti da deporre nei punti di raccolta individuati dall’amministrazione comunale. Le ceneri infatti possono intasare le reti di smaltimento delle acque, le reti fognarie e costituire un pericolo per la circolazione stradale

Guidare con particolare prudenza nei tratti di strada coperti di cenere

Evitare l’uso di motocicli

La frutta e la verdura eventualmente ricoperte di cenere possono essere consumate dopo un accurato lavaggio

Gli animali da compagnia (cani, gatti, ecc.) dovrebbero essere tenuti in casa

La cenere vulcanica ingerita dagli animali al pascolo può provocare serie conseguenze sull’apparato digerente. Pertanto, in caso di abbondante caduta di ceneri, è consigliabile approvvigionare il bestiame con foraggio privo di ceneri

In caso di emissioni gassose

Evita di sostare o campeggiare in aree vulcaniche o inoltrarti in ambienti sotterranei. L’anidride carbonica è un gas inodore più pesante dell’aria e letale se in concentrazioni elevate

Non pensare di essere al sicuro se sosti lontano dalla zona del cratere. Possono esserci emissioni di gas anche in aree più lontane.

In caso di colate piroclastiche

Preparati a un'eventuale evacuazione. L’unica difesa da questo tipo di colate è l’allontanamento preventivo dall’area che potrebbe essere investita da questo fenomeno eruttivo.

In caso di colate di fango

Segui il piano di protezione civile che indica le aree di attesa e allontanati dalle zone a rischio. Le ceneri fini possono innescare pericolose colate di fango che si riversano lungo i corsi d’acqua.

Il fenomeno del bradisismo

La caldera dei Campi Flegrei è caratterizzata dal fenomeno del bradisismo, cioè un lento sollevamento e abbassamento del suolo. Le maggiori crisi bradisismiche più recenti si sono avute nei periodi 1969-1972 e 1982-1984 e hanno fatto registrare un sollevamento del suolo complessivo di oltre tre metri e centinaia di terremoti. Durante queste crisi i residenti del centro storico di Pozzuoli sono stati evacuati e ricollocati in quartieri alla periferia della città.

Dal 2006 è in corso una nuova fase di sollevamento del suolo che, in 16 anni, si è innalzato di circa un metro e ha fatto registrare moltissimi terremoti.

Dal 2012 il protrarsi delle variazioni di alcuni parametri geofisici e geochimici registrate dalle reti di monitoraggio dell’INGV Osservatorio Vesuviano (aumento della sismicità, cambiamenti nella composizione geochimica delle fumarole e dei gas dal suolo e naturalmente il sollevamento del suolo), hanno reso necessario innalzare l’allerta al livello giallo e attivare la fase operativa di attenzione.

Cosa può succedere in caso di eruzione?

L’attività vulcanica dei Campi Flegrei è stata caratterizzata principalmente da eruzioni esplosive. Anche uno scenario futuro prevede questo tipo di eruzione, con il possibile verificarsi dei seguenti fenomeni:

  • formazione di una colonna eruttiva composta da gas, brandelli di lava incandescenti e ceneri, alta fino a decine di chilometri;
  • caduta di materiale vulcanico, sia di grosse dimensioni, nell’area più vicina alla bocca eruttiva, sia di ceneri e lapilli che, spinti dal vento, possono depositarsi anche a diverse decine di chilometri di distanza;
  • generazione di flussi piroclastici, cioè valanghe di gas, cenere e frammenti vulcanici ad alta temperatura e velocità che possono scorrere per chilometri e superare anche i bordi della caldera;
  • esplosioni freatiche, cioè particolari esplosioni che si verificano in aree a intensa attività idrotermale, come ad esempio quella di Solfatara/Pisciarelli. Queste esplosioni possono verificarsi anche prima di un’eruzione;
  • colate di fango, formate da cenere vulcanica e acqua, che si possono generare sia durante l’eruzione, per le possibili piogge concomitanti, sia molto tempo dopo.
Come funziona l'allertamento?

Il sistema di allertamento prevede specifici “livelli di allerta” che descrivono lo stato di attività del vulcano sulla base dei parametri del monitoraggio e di eventuali fenomeni in corso. Il livello di allerta verde corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, mentre i livelli di allerta giallo, arancione e rosso rappresentano stadi crescenti di disequilibrio del vulcano verso una possibile eruzione. La durata di ogni livello di allerta può essere estremamente variabile.

I livelli di allerta sono dichiarati dal Dipartimento della Protezione Civile, in raccordo con la protezione civile regionale. Un’eventuale variazione di livello viene valutata sulla base delle indicazioni fornite dall’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e sul parere della Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi. Le conseguenti azioni che devono essere intraprese dal Servizio Nazionale della Protezione Civile sono definite nelle fasi operative (attenzione, preallarme e allarme) previste nelle pianificazioni di protezione civile. Le fasi di preallarme e allarme sono dichiarate dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

Contatti e info

Informazioni

Ufficio: Governo del territorio e Protezione Civile

Sede: Sala operativa comunale - "inserire indirizzo"

Telefono: "inserire telefono"

E-mail: "inserire indirizzo email"

Data Modifica:

17/02/2023, 16:13